Terre dell’Etruria dà il via alla nuova vendemmia, forte dei nuovi riconoscimenti ottenuti: “i vini cooperativi possono oggi competere con i marchi più rinomati”
Dopo un anno di cura dei vigneti, di manutenzione e di attesa, finalmente prende il via la nuova vendemmia per la cantina del Poderone, a Magliano in Toscana (Grosseto). Partiti il giorno 30 agosto tra i filari di Vermentino, che daranno vita al Marmato 2022, uno dei marchi di fabbrica di questa cantina sociale e recente vincitore del 29° Premio Vermentino a Diano Castello, proseguirà per tutto il prossimo mese con la raccolta delle uve. Tutti i 100 ha di vigneto, specializzati in tipologie autoctone ed in purezza, che conferiscono alla cooperativa Terre dell’Etruria, suddivisi fra 60 aziende socie, saranno quindi al centro dell’attenzione per tutto il prossimo mese. Le mani esperte e attente dei nostri soci cercheranno di portare avanti un lavoro certosino per garantire la miglior qualità dei grappoli raccolti, con il fine di produrre delle etichette valide e di qualità per la prossima annata.
“Gioca a nostro favore la frammentazione aziendale, visto i diversi vitigni e terroir che caratterizzano la nostra realtà – dice Mirko Caminati, tecnico di Terre dell’Etruria – “Tale diversificazione, per alcuni aspetti, rappresenta sicuramente una difficoltà ma, per altri, anche un vantaggio. Infatti, questo permette, in annate difficoltose dal punto di vista meteorologico, di avere impianti che risentono in modo diverso agli stress e che ci permettono di trovare qualità anche in annate difficili- continua - “Notevole rilevanza, sia per il contrasto alle malattie da agenti fungini sia per mitigare gli stress da alte temperature e dovuti alla siccità, l’hanno le giuste pratiche agronomiche e le giuste operazioni colturali che i nostri soci attuano nei loro vigneti”.
Il compito di Terre dell’Etruria e, di conseguenza, del Poderone, va oltre la semplice produzione di etichette di qualità. La cantina rientra a pieno in quelle che vengono definite “cantine cooperative”, ossia strutture che hanno una particolare funzione: garantire ai soci il giusto reddito, pagando un prezzo equo per le uve, e di produrre ottimi vini capaci di stare sul mercato. Un’equazione all’apparenza semplice, ma che semplice non è. Di conseguenza, anche i prodotti a marchio Poderone sono vini cooperativi. Questo è ottenuto con le uve di tutti i soci e viene imbottigliato e venduto direttamente sotto l’etichetta della cooperativa. “Talvolta questo vino viene visto ingiustamente con sufficienza, ma nulla ha invidiare a vini dai marchi più rinomati. Terre dell’Etruria è un chiaro esempio di ciò, visto la grande qualità dei propri vini” le parole del responsabile Giulio Fontana.
Un esempio fra tutti è il suo vino più rinomato, il Marmato, che recentemente ha sbaragliato la concorrenza portando a casa un importante riconoscimento. Innanzitutto, ha conquistato il 29° Premio Vermentino Diano Castello, un importante evento a cui hanno partecipato 77 concorrenti e 119 etichette diverse, dove a valutare i vini in gara era il giornalista enogastronomico Paolo Massobrio. Anche il Briglia, il Tramaglio e lo Sbocciato meritano una citazione, visto il loro recente inserimento nella prestigiosa guida The Wine Hunter e l’ottenimento del certificato e del bollino rosso da parte della loro giuria.
“Sono stati due risultati molto importanti che ci rendono orgogliosi, visto che viene riconosciuta, oltre che la qualità dei nostri prodotti, anche la passione e la dedizione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro” – dice Giulio Fontana, responsabile del settore vitivinicolo ed oleario di Terre dell’Etruria – “Relativamente al Marmato, siamo consapevoli del grandissimo potenziale e dell’elevata qualità di questa etichetta, dove siamo riusciti ad identificare benissimo ed esaltare in bottiglia le caratteristiche del Vermentino del nostro territorio. Per quanto riguarda le altre tre etichette, invece, possiamo solo esprimere quanto entrare a far parte della guida The Wine Hunters sia un grande onore per la nostra cooperativa, in quanto ci dà l’opportunità di entrare in contatto con nuovi buyers, oltre che raggiungere un pubblico sempre più ampio e dare maggiore visibilità ai nostri prodotti e alla nostra realtà”. Ancora Fontana, “tutto ciò va a premiare ed a sottolineare il grande lavoro che viene svolto ogni anno con il nostro enologo Emiliano Falsini dai ragazzi che lavorano in cantina. Un grande ringraziamento va anche ai nostri soci conferitori che, con il loro lavoro giornaliero in vigna, ci permettono di vivere queste emozioni. La strada è ancora lunga e ci siamo dati tanti obbiettivi da raggiungere. Tuttavia, questi premi ci fanno capire che stiamo andando nella giusta direzione.”
di @terretruria, 3 settembre 2022